Le Origini, ovvero la "Ricetta del Fondatore"

19 MARZO 2021  |  CUTURA, STORIA, TUTORIAL  |  DI MAURO ZARDETTO


Conegliano 1953: Raduno vespisti.

Se vuoi andare subito alla Ricetta "Green" Parte 2 e Parte 3:


Le Origini - Parte 1

 

Come tuffarsi nella Storia di un'azienda, di un Distretto e di un territorio e scoprire un'antica ricetta “green” per la pulizia casalinga dell’Acciaio Inox.

Tutto cominciò nel 1960 quando Giovanni Perin, forte di studi e di esperienze di settore, decise di avviare la propria attività divenendo ben presto un punto di riferimento per quel “Distretto Industriale”, la Inox Valley, che nel frattempo si stava sviluppando in Veneto, fra le province di Treviso e Belluno.

Oggi, giunta alla terza generazione, la F.lli Perin srl è leader mondiale nella lavorazione dell’Acciaio Inox per la produzione di componenti per grandi impianti nel settore HoReCa, comunità, industria e arredamento. Una storia aziendale di successo capace di ben coniugare l’esperienza del “Fondatore” con la ricerca e lo sviluppo tecnologico, prestando speciale attenzione alle relazioni con la clientela e garantendo una filiera tutta “Made in Italy”.

 

Con questo piccola ricerca storica abbiamo voluto rendere omaggio a nostro padre ricordando di quando, ancora piccole, lo seguivamo nella sua “officina” e tutto quello che faceva appariva meraviglioso ai nostri occhi. Così come quando prendeva la Cenere dal caminetto, l’Aceto, il Limone e, addirittura, l’Olio d’Oliva e tutto quello che faceva ci sembrava l’opera di un Mago!

Paradossalmente e fortunatamente, queste antiche procedure “alchemiche” rientrano oggi in una moderna Cultura della Sostenibilità che vuole contrastare, con buone pratiche di vita quotidiana, inquinamento e degrado dell’Ecosistema, però per noi rappresentano ancora un piccolo e romantico tuffo negli affetti del nostro passato.

 

Spero vi piaccia la lettura e che proviate anche voi la “Ricetta del Fondatore”

 

Cinzia e Monica Perin

Officina Perin, F.lli Perin

Officina Perin 1963: Un lotto di pentole per cucine professionali in partenza per l’Egitto

Premessa alla Storia del Veneto, della F.lli Perin e del suo Fondatore

Prima d’immergerci nella lettura della nostra Ricetta, dobbiamo andare idealmente indietro nel tempo fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando il Veneto si ritrovò in uno stato di estrema arretratezza e sovrappopolazione. Ancora una volta terra di migrazione e povertà.

 

Fu solo verso la fine degli anni ’50, forte delle rendite dei tanti figli migrati in Nord Europa, Canada, Australia e Sud America e di una struttura sociale che mai si era staccata dalle proprie origini e dai propri territori rurali (come avvenne nel cosiddetto ”Triangolo Industriale” di Lombardia, Piemonte e Liguria) che cominciò a imporsi un originale tipo d’economia che ben presto venne definito come “Modello Veneto”, capace di anticipare e cavalcare l’energia dell’imminente “Boom Economico Italiano”.

Dalla crisi della grande industria di stampo ottocentesco, in Veneto si sviluppò in modo naturale un modello di piccola se non micro impresa familiare, flessibile e specializzata.

In quei tempi, i migliori tecnici e lavoratori cominciarono ad uscire dalle grandi fabbriche dove avevano imparato il mestiere per cominciare, basandosi sulle proprie forze ed economie, a costruire o a rimodernare i piccoli casali di campagna di proprietà, trasformandoli in botteghe artigiane e diventando, loro stessi, piccoli imprenditori.

Piano piano le diverse aree del Veneto si divisero in specializzazioni: meccanica, mobili, moda, calzature, occhiali… nacquero i “Distretti” sempre più specializzati, sempre più produttivi, capaci di dialogare, per le forniture di filiera, con la grande industria anche internazionale.

Tutto questo, però, senza mai abbandonare o rinnegare un passato e una cultura rurale che, anzi, continuava ad essere alimentata dall’affermazione di un modello sociale di grande interazione e integrazione. Il contadino era diventato operaio per poi trasformarsi, a sua volta, in imprenditore, capace di mandare all’università i propri figli ma tenendo ancora, e con orgoglio, nel campo dietro casa, la piccola vigna piantata dal nonno.

Conegliano 1943. Gli operai della Zoppas, con il capomastro Camillo Buosi, celebrano la nascita della prima Cucina Economica a Legna

A Conegliano, nel cuore del Veneto, oggi culla del Terziario avanzato e terra del famosissimo Prosecco, nel 1925 nacque la Zoppas, un’impresa specializzata nella produzione di cucine economiche a legna e via via sempre più all’avanguardia nella produzione di elettrodomestici ad alta tecnologa dove la lavorazione dell’Acciaio Inox era parte integrante di uno sviluppo industriale sempre più complesso e sofisticato. Un’impresa privata, che già nel 1954 aveva più di 1.500 dipendenti, destinata a segnare lo sviluppo sociale ed economico di tutto il Veneto orientale. La diffusione territoriale delle conoscenze tecniche che si originò da questa grande industria portò alla nascita di quel Distretto dell’Elettrodomestico, meglio conosciuto come “Inox Valley”, oggi leader mondiale di settore, a cui la F.lli Perin appartiene di diritto per storia familiare e successo imprenditoriale.

Conegliano 1945. Camillo Buosi, il primo a sinistra, fu fra i primi a lasciare l’azienda madre per divenire lui stesso imprenditore. Giovanni Perin, suo amico, un decennio dopo ne seguì l’esempio.

Giovanni Perin lasciò la Zoppas alla fine degli anni ’50 e, imparato il mestiere, ebbe il coraggio di aprire con la moglie Gianna la sua Bottega artigiana, la sua Officina Perin. Ma Giovanni non era nato in città, la sua cultura, quella di suo padre e dei suoi nonni era una cultura di campagna e così, mentre la sua azienda cominciava a crescere e a svilupparsi con le prime Fiere e le prime commesse internazionali, lui continuò ad usare la cenere, l’aceto di vino e l’olio d’oliva, in saggia e sperimentata combinazione, per pulire e lucidare i suoi lavabi e le sue grandi pentole prima della spedizione… Perché dovevano essere le più belle!  Giovanni non poteva che usare i prodotti della sua terra come aveva visto fare a sua nonna tante tante volte per lavare le pentole in cucina o i panni lungo il fiume.

 

Questa è la sua ricetta.


La Ricetta del Fondatore - Parte 2 

 

La Crema "Pulisci e Sgrassa"

Usare sempre panni di cotone e spugnette leggere, anche in microfribra, non abrasivi.

Ricordando che, in quegli anni lontani, praticamente tutte le case avevano un camino o una stufa a legna (gli impianti di riscaldamento a gasolio stavano cominciando a funzionare solo nelle città più importanti) in questa sezione non possiamo non parlare della Lisciva, o “Lissa” nei vari dialetti locali, che è un liquido fortemente alcalino estratto a caldo dalla cenere di legna usata, fino agli anni ’60 del secolo scorso, come sbiancante per lavare i panni e la pulizia di pentole e metalli domestici, superfici, posate, ecc

 

La Lisciva si produce facendo bollire a fuoco lento, per 2-3 ore, una miscela di cenere di legna, precedentemente ben setacciata, e acqua nel rapporto volumetrico di 1 a 5.

Dopo ben 12 ore di raffreddamento, senza muovere la pentola, avviene la separazione della parte liquida (usata opportunamente diluita per sbiancare e detergere indumenti e pavimenti) da quella solida, che appare come una crema grigia, usata per pulire pentole, stoviglie e superfici metalliche.

Data la forte alcalinità del liquido risultante, ricordiamoci di usare sempre dei guanti protettivi.

Donne al lavatoio: fino al ”Boom Economico” degli anni ’60 del secolo scorso e la comparsa dei primi elettrodomestici, “Lisciva di Cenere e Acqua di Torrente” erano di quotidianità in Italia per lavare panni, pentole e utensili di cucina in metallo (data e fonte non certa - Web)

Per aggiungere un ulteriore leggero effetto abrasivo, questa Crema di Cenere poteva essere arricchita anche con della Farina cruda di Mais giallo, macinata grossolanamente a pietra. Questa farina, ingrediente unico della Polenta, allora era sinonimo di povertà economica e alimentare ma molto diffusa nelle case contadine. Oggi è un ingrediente decisamente rivalutato dalla cucina moderna.

Il potere detergente e sanificante della Crema di Cenere poteva essere aumentato aggiungendo anche dell’Aceto di Vino Bianco o una spruzzata di Succo di Limone. Per dare maggiore cremosità all’impasto e lasciare l’acciaio alla sua naturale lucentezza si usava aggiungere anche dell’Olio d’Oliva. Pratica che riprenderemo più avanti.

 

In effetti, tutto questo sembra proprio una ricetta per un buon piatto “gourmet”… ma questa era la realtà dei nostri nonni prima del ”Boom Economico” degli anni ’60 e così, nell’economia domestica di quel tempo, non si buttava via nulla, il riciclo e il riutilizzo era necessario e l’ingegno sopperiva alla povertà.

 

Con la progressiva sostituzione delle stufe a legna e l’avvio di un’economia di mercato che portò nelle nostre case nuovi prodotti industriali per l’igiene e la pulizia, la Crema di Cenere venne via via sostituita dal Bicarbonato di Sodio (anch’esso un prodotto alcalino sbiancante) ma non si perse mai l’alchemica usanza del mescolare altri prodotti naturali, facilmente disponibili nella dispensa di casa, come l’Aceto di Vino Bianco, il Succo di Limone, l’Olio d’Oliva.

 

Molte sono le modalità con cui venivano usati questi ingredienti “casalinghi”, alcune regole prevedevano di spargere sulla superficie asciutta dell’acciaio, con un cucchiaino, la polvere di Bicarbonato di Sodio, aspettare qualche minuto e poi spruzzare direttamente dell’Aceto di Vino Bianco per creare una pasta omogenea e schiumosa da distribuire con un panno leggero su tutta la superficie per poi sciacquare con acqua calda. Altre prevedevano ancora una volta due distinti momenti: pulitura e finitura-lucidatura.

 

Abbiamo già capito come il Bicarbonato di Sodio andò a sostituire la Cenere nella preparazione della Crema alcalina detergente e così, con molta attenzione, andremo a sciogliere il Bicarbonato di Sodio nell’acqua distillata (anche semplice acqua naturale fatta bollire a lungo per togliere il calcare), attenzione! non fare mai il contrario altrimenti ne risulterebbe un blocco duro come un sasso. A questa sospensione bisogna aggiungere, mescolando con continuità, del Sapone Marsiglia liquido o grattugiato (oggi si può usare benissimo un sapone liquido biologico) fino a farne una crema densa con cui passare tutta la superficie, lasciando riposare anche tutta la notte per poi sciacquare con acqua calda.

 

Le dosi di riferimento potrebbero essere:

  • 100 grammi di Bicarbonato di Sodio
  • 1 cucchiaino di sapone liquido (Marsiglia o Bio)
  • qualche goccia di limone
  • Acqua distillata tiepida qb

La Ricetta del Fondatore - Parte 3

 

Lo Spray "Lucida e Proteggi"

Una volta che la superficie si è asciugata perfettamente, preparare in uno spruzzino un’emulsione fatta di Acqua Distillata, Aceto di Vino Bianco, Olio Extravergine d’Oliva e Olio Essenziale di Eucalipto. Ovviamente, prima di ogni uso, per la diversa densità dei liquidi (idrofili e lipofili), lo spruzzino va opportunamente agitato, come fosse uno shaker, per rigenerare la corretta emulsione.

 

Il dosaggio di questa sospensione è assolutamente empirico, bisogna fare molte prove ma una buona base di partenza potrebbe essere:

  • 1 lt d’acqua distillata (o acqua di rubinetto fatta bollire a lungo per togliere il calcare)
  • 1 bicchiere di Aceto di Vino Bianco
  • 1 cucchiaino di Olio Extravergine d’Oliva
  • 10 gocce di Olio essenziale di Eucalipto oppure un mix contenente anche l’Olio essenziale di Limone (battericida e antisettico), Tea Tree (disinfettante) e Rosmarino (antibatterico)

Ovviamente ricordiamo sempre la massima cautela nel seguire queste indicazioni frutto di culture ed empiriche pratiche rurali. Bisogna sempre fare tante prove in piccolo e poi, trovato il giusto mix, procedere sull’intera superficie.

Conclusioni:

 

La cultura contadina, di cui, forse, la nostra generazione è stata l’ultima testimone, è una cultura basata sull’insegnamento esperienziale, dove la sapienza veniva tramandata oralmente di padre in figlio, dal maestro all’apprendista e così va detto, per onestà intellettuale, che Giovanni, nostro padre, non lasciò nulla di scritto e noi forse, figlie del “Boom Economico” di quegli anni, affascinate dai colori sgargianti della pubblicità e del nuovo consumismo galoppante, ci siamo curate ben poco di trascrivere per preservare la concretezza di queste antiche pratiche del “buon governo della casa”.

Ma oggi, anche noi immerse negli anni in cui Millennial e Generazione Z, i nostri figli nativi digitali, scendono in piazza per richiamarci alle responsabilità nei confronti di tutto l’Eco-Sistema di Madre Terra, abbiamo voluto cominciare un virtuoso percorso a ritroso.

Partendo dai nostri ricordi di bambine, abbiamo fatto molta ricerca recuperando, come fosse un vecchio libretto scritto a mano, quelle atmosfere in cui nacque “OFFICINA PERIN” e cominciò la nostra Storia.

 

Un caro saluto da

Cinzia e Monica Perin

 

 

 

 

Si ringrazia:

  • Le immagini "Raduno Vespisti" e "Un saluto da Conegliano" sono dell'Archivio "Umberto B. Val" pubblicate nel Gruppo Facebook Conegliano Forever
  • Le immagini "Copertina / Conegliano 1943" e "Conegliano 1945" sono dell'Archivio "Famiglia Buosi"
  • Il Restauro Fotografico Digitale della foto "Copertina / Conegliano 1943" è stato eseguito da Marta Zardetto
  • La Ricerca è stata svolta in collaborazione con Paolo Bergamo – Diana Group

 

 

 

Mauro Zardetto

Enologo, FilmMaker ed Autore di format internazionali di “Cibo-Cultura”, è riuscito a coniugare la ricerca audiovisiva con la passione per l'arte e l'enogastronomia identitaria di qualità. Per la F.lli Perin cura Marketing e Progetti Speciali.

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F.lli Perin